Nella prima mattina di lunedì 29 maggio (erano le 23:30 a Roma) la Corea del Nord ha lanciato un missile balistico dalla costa orientale del paese. Il vettore, un derivato della serie Scud, ha viaggiato per circa 400 chilometri con un apogeo di circa 110 chilometri, ammarando in un’area del Mar del Giappone appartenente alla Zona Economica Esclusiva Giapponese.
Il lancio si è rivelato un successo.
Immagini rilasciate dalla televisione di stato della Corea del Nord ci hanno permesso di identificare il vettore con il missile balistico, dotato di veicolo di rientro manovrabile, KN-17 del quale avevamo parlato in questo precedente post.
Da parte di attendibili fonti cinesi viene questa mattina ribadito il successo del test missilistico di domenica notte e viene attribuito al vettore in oggetto un CEP (circular error probability) di circa 7 metri, fatto che permette al vettore di poter ingaggiare (in via teorica) le unità maggiori della flotta americana di superficie, e colpire bersagli strategici in Corea del Sud, come ad esempio il radar del sistema antimissile THAAD.
Indicazioni provenienti da fonti cinesi e coreane rafforzano le ipotesi relative ad una ulteriore intensificazione dei test missilistici della Corea del Nord nella prossime settimane.
La Corea del Nord sta procedendo nello sviluppo di vettori a sempre più lungo raggio, dotati di maggiore precisione e spesso basati sulla tecnologia del combustibile solido, con l’obiettivo finale di sviluppare un missile balistico in grado di colpire la madrepatria americana.
Continueremo ad aggiornarvi sull’evoluzione della situazione, ricordandovi che due gruppi attacco portaerei americani sono pronti ad intervenire al largo della Penisola coreana su richiesta eventuale del presidente Donald J. Trump.