Fonti di intelligence occidentali riferiscono che nelle prime ore della giornata di oggi numerosi veicoli di trasporto e lancio, equipaggiati con i relativi missili balistici, sono usciti dai bunker dove solitamente sono alloggiati, si sono spostati sul terreno, non solo lungo la fascia costiera della Corea del nord, si sono posizionati in assetto di lancio e alcune decine di minuti dopo sono rientrati all’interno delle strutture fortificate. In alcuni casi i missili ed il relativo veicolo trasportatore hanno trovato rifugio in un bunker differente rispetto a quello dal quale erano usciti poche ore prima. I movimenti delle forze missilistiche nord coreane sono sotto stretta osservazione, non solo da parte dei satelliti militari, ma anche da droni a lunga autonomia come il Global Hawk, il cui numero in estremo oriente è stato implementato notevolmente in queste ultime settimane. Nei momenti concitati di questa mattina, mentre si temeva un lancio multiplo di missili balistici, tutto l’apparato sud coreano, giapponese ed americano era pronto ad intervenire nel caso i missili di Pyongyang si rivelassero una minaccia reale.
La Corea del nord invece ha solo eseguito quella che possiamo definire una verifica delle proprie capacità di preparazione al lancio e contestualmente ha potuto osservare il comportamento dei propri avversari nell’imminenza di un evento così particolare.
La Corea del nord ha inoltre ottenuto di aumentare la confusione riguardante il possibile lancio missilistico sia a livello delle strutture di comando e controllo americane, sia di generare un falso allarme che ha aumentato il livello di stress degli uomini delle forze armate incaricati di rispondere direttamente alla minaccia che proviene da Pyongyang.
Come spesso accaduto in passato la Corea del Nord è maestra della simulazione, della dissimulazione ed è in grado di produrre improvvise accelerazioni a tutte la proprie attività militari. In passato aveva simulato un problema al razzo Uhna-3 annunciando il rinvio del lancio di alcune settimane, per poi effettuare con successo il test dopo 24 ore. In occasione dell’ultimo test atomico, le squadre di minatori lavoravano su tre siti differenti per cercare di confondere i sistemi di ricognizione americani.
Oggi la Corea del Nord prosegue la sua tattica basata sulla finzione, rendendo sempre più nervosi sia i vertici politici sia i vertici militari di Stati Uniti, Giappone e Corea del sud. Ne è un valido esempio la dichiarazione di poche ore fa del segretario alla difesa americano Hagel, il quale ha dichiarato che la Corea del Nord si sta avvicinando ad una linea di pericolo che potrebbe portare a conseguenze imprevedibili per la regione.