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Come la società può battere il COVID-19

Geopolitica

Spesso ci viene fatta una domanda. Come battere il COVID-19. Voi cosa fareste in questa situazione? Inutile ora dire cosa avremmo fatto per il passato, lo abbiamo già scritto e già detto nei nostri podcast radiofonici, lo abbiamo affermato scrivendo PEC al ministero della salute.

Ma ora è il momento di pensare cosa possiamo fare da oggi in avanti per salvare vite umane, per non paralizzare il paese. Sì perché le due cose sono interconnesse.

Abbiamo la possibilità di ridurre in maniera drastica gli effetti nefasti di questo virus. Come fare? La risposta è nella ricerca scientifica e nella sua applicazione pratica. Non parliamo di futuribili cure o di altre idee che si proiettano avanti nel tempo. Parliamo di un semplice test di laboratorio ma che deve essere proposto su scala nazionale. Non parliamo del famigerato tampone, ma parliamo del dosaggio degli anticorpi IgM e IgG del SARSCoV2. Ma perché fare degli anticorpi che emergono sul paziente infetto dopo alcuni giorni (le IgM) e dopo 3 settimane (le IgG)? Semplice, per individuare i soggetti che già sono stati esposti al Virus, sono guariti, o in via di guarigione e quindi possono temere molto meno questa malattia rispetto a coloro i quali non sono mai entrati in contatto con il Virus. Lo screening di massa dovrebbe iniziare dagli operatori della sanità in modo da destinare ai reparti che ospitano i pazienti affetti da COVID-19 il personale già immunizzato. A seguire andrebbero testati gli appartenenti alle forze dell’ordine e di pubblica utilità e infine tutti gli altri lavoratori.

Coloro i quali risultassero positivi per le IgG del SARSCoV2 sarebbero (tranne alcuni casi sporadici) immunologicamente protetti contro il virus, potrebbero andare a lavorare senza alcun timore e permettere al Paese di sopportare molto meglio il periodo di epidemia. SARASCoV2 è spesso asintomatico o paucisintomatico, forse una quota significativa della popolazione è oggi già immune e come (perdonate il triste paragone) i Monatti di manzoniana memoria (ma, ci si augura, senza i difetti degli stessi) potrebbero permettere all’Italia di gestire molto meglio questa emergenza.

E se qualcuno ci chiede se questi test per rilevare gli anticorpi relativi al SARSCoV2 esistono già, la risposta e SI’, e potremmo fornirvi anche il nome delle ditte che li producono, ma non lo facciamo per questioni di pubblicità.

Questa procedura non è una linea guida, non la troverete sui sacri testi, ma forse oggi è l’unica possibilità per salvare vite umane e mantenere on-line la nostra nazione

Addendum

Pur restando intatta l’idea di fondo di questo post va sottolineato che i test sierologici necessitano di una accurata verifica sul campo prima che possano essere estesi a tutta la popolazione per le finalità esposte in questo nostro post. Sono infatti giunte in questi giorni informazioni che ci parlano dello sviluppo di test qualitativi immunoenzimatici più affidabili di quelli presenti il 12 marzo. Ribadiamo che per riaprire il paese questa sia una via da perseguire.