La Generalitat Catalana per bocca del presidente Carles Puigdemont ha dichiarato la Catalogna indipendente, ma lo ha fatto in una maniera “non formale”. Perdonate questa espressione ma ciò che ha fatto oggi Puigdemont necessita di una definizione ad hoc. Il Presidente catalano, che ora rischia l’arresto per sedizione ed altri reati, ha applicato la legge regionale che prevedeva l’automatica dichiarazione di indipendenza in seguito alla vittoria del Sì al referendum del 1° ottobre scorso. Allo stesso tempo Puigdemont ha dichiarato che gli effetti di tale atto sono sospesi, al fine di trattare con Madrid una soluzione diplomatica al caso.
Il governo catalano, che potrebbe ora subire l’applicazione dell’articolo 155 della costituzione spagnola, potrebbe richiedere “legittimamente”, secondo il suo punto di vista, che i Mossos d’Esquadra (la polizia autonoma catalana) si pongano a difesa delle istituzioni catalane, in particolare se prima dell’utilizzo dell’art 155, domani a Madrid il premier spagnolo richiedesse una votazione riguardante l’art 116 comma 2 della costituzione, con la dichiarazione dello stato di allarme.
Lo stato di allarme è dichiarato dal governo con un decreto convenuto dal Consiglio dei Ministri per un periodo massimo di quindici giorni, informando il Congresso dei Deputati, riunendosi immediatamente allo scopo e senza la cui autorizzazione non può essere prorogata. Il decreto determinerà l’ambito territoriale a cui si estendono gli effetti della dichiarazione. Lo stato di allarme può precedere lo “stato di eccezione” e come ultima risorsa lo “stato di assedio” (ora altamente improbabile).
Le autorità spagnole ritengono i vertici politici della Catalogna responsabili di sedizione e attentato alla costituzione e si sentono autorizzate ad impiegare tutta la forza necessaria per arrestare gli ispiratori dell’indipendenza e riportare “l’ordine” a Barcellona e dintorni. La dichiarazione non formale di Puigdemont viene vista in ultima istanza come una specie di ricatto.
Seguiremo per voi l’evolversi della vicenda sia nelle prossime ore, sia quando domani il premier spagnolo parlerà al Congresso dei deputati e chiarirà la posizione dell’esecutivo.