Da che parte sta Pechino nella disputa tra Corea del Nord e Stati Uniti d’America? Molti tra i nostri lettori spesso ce lo domandano, e spesso rispondiamo che la Cina sta dalla parte della Cina, ma anche che Pyongyang non è certo vista come la capitale di uno stato nemico, ma anzi come un paese cuscinetto che svolge al posto dei cinesi il compito di contenimento sul campo nei confronti degli Stati Uniti d’America, e che è funzionale a focalizzare l’attenzione del mondo sul programma atomico nord-coreano piuttosto che osservare lo sviluppo del potenziale militare cinese e la costruzione (al di fuori del diritto internazionale) di aree di sovranità cinese nel Mar Cinese Meridionale.
In altre occasioni ci troviamo invece a rispondere su quale potrebbe essere il ruolo cinese in una ipotetica guerra tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord. Discutendo di questi scenari emergono svariate prese di posizione, alcune vedono una Cina “neutrale”, altri immaginano Pechino “invadere” la Corea del Nord per stabilizzare il governo del paese, altri valutano possibile una risposta militare diretta della Cina ad un eventuale attacco americano.
Il fulcro di ogni azione militare americana contro la Corea del Nord sarà l’isola statunitense di Guam; è a Guam che sono dispiegati i bombardieri strategici americani, è sull’isola che è presente un arsenale nucleare di grande rilevanza, ed è Guam che è stata oggetto delle minacce di distruzione nucleare da parte di Kim Jong Un.
Due giorni fa Guam è stata testimone di una vasta esercitazione dei bombardieri strategici cinesi, i quali hanno eseguito una corsa di attacco simulata contro la base aeronavale americana. Gli aerei impiegati non sono arrivati nelle immediate vicinanze del territorio americano di Guam ma si sarebbero fermati a circa 700 chilometri, questo perché essi sono equipaggiati con missili da crociera, armati con testata nucleare, con raggio utile superiore ai 1000 chilometri.