Continua l’Escalation tra Hamas ed Israele, escalation iniziata con il rapimento di tre giovani israeliani nella città di Hebron due settimane fa.
Lo stato ebraico ha accusato da subito il partito palestinese di Hamas di essere responsabile per il rapimento dei tre israeliani, ed ha iniziato una vasta operazione di rastrellamento nei territori della Cisgiordania arrestando numerosi esponenti palestinesi, inclusi vari personaggi liberati nei mesi scorsi nel quadro dei accordi di pace, o nell’ambito dell’accordo che ha portato 18 mesi fa alla liberazione del soldato Gilat Shalit, rapito da Hamas è tenuto prigioniero a Gaza per anni.
Le operazioni in Cisgiordania non hanno avuto però successo e contestualmente i primi razzi sono stati lanciati da Gaza verso il sud di Israele. Israele ha risposto con raid dell’aviazione e l’omicidio mirato di due esponenti di Hamas, forse a qualche titolo coinvolti nel rapimento dei tre israeliani a Hebron.
Da qual momento i lanci di razzi si sono intensificati e non sono più diventati un evento sporadico e disorganizzato ma attacchi sempre più coordinati e complessi, che sono culminati poche ore fa nei primi barrage di razzi verso Israele.
Al fine di saturare le difese antimissile israeliane ed infliggere il maggior danno possibile i palestinesi lanciano i razzi in rapida successione in numero variabile tra i 6/8 e i 20. Questa mattina 15 razzi sono stati sparati in rapida successione verso il sud di Israele.
Se questa escalation continuerà Israele interverrà pesantemente a Gaza, forse anche con truppe di terra, sebbene questa opzione sia ritenuta estremamente pericolosa e non in grado di risolvere in maniera definitiva il problema dei razzi che ciclicamente vengono lanciati da Gaza verso il Negev e le cittadine nel sud di Israele.
Reparti corazzati sono stati trasferiti nelle scorse ore sotto la responsabilità del comando sud di Israele e sono comunque a disposizione nel caso in cui il loro intervento si rendesse necessario.