Ormai da qualche mese a questa parte, il Giappone ha intrapreso una strada chiara per risollevare le sorti della propria economia: rendere più competitivo lo Yen sui mercati valutari. E ci stanno riuscendo, ovviamente. Il sistema monetario è stato invaso da liquidità in Yen (e altrettanto avverrà nei prossimi tempi) per perseguire quella formula ormai taboo in occidente: la svalutazione competitiva. In particolar modo, per i giapponesi è molto importante che lo Yen si deprezzi soprattutto rispetto al dollaro e possiamo dire che lo stia facendo a gran velocità. Attualmente il dollaro quota intorno ai 103 yen, si tenga presente che pochi mesi fa quotava intorno agli 80 yen. Gli obiettivi di tale politica monetaria, di quantitative easing, sono facilmente comprensibili: da un lato i prodotti giapponesi nel mondo diventano più economici, andando a potenziare le esportazioni. Si pensi ai grandi marchi di elettronica, ma anche al turismo che ne trarrà notevoli benefici. Questa politica, inoltre, produrrà un effetto positivo anche sulla domanda interna di prodotti made in Japan, rendendo meno vantaggiosi i prodotti di importazione. Il Giappone da due decenni sta combattendo una guerra molto complessa e, fino ad oggi, persa: la guerra contro la deflazione. Il tema è molto vasto e tocca necessariamente un po’ di storia economica del Giappone, non è questo l’articolo in cui vogliamo affrontare l’argomento, ma sicuramente GeoPoliticalCenter dedicherà una breve monografia all’economia giapponese degli ultimi 50 anni. Lasciando per il momento il Giappone, sul fronte delle materie prime c’è da segnalare un lento ma costante rialzo del prezzo del petrolio. A dire il vero negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un continuo rimbalzo in una fascia di prezzo compresa tra i 100$ e i 90$. Tale andamento è stato dettato dalle alterne sorti degli indicatori macroeconomici. Ovviamente segnali espansivi dell’economia reale portano ad infiammare il prezzo del greggio, al contrario segnali depressivi ne riducono il valore. La settimana appena trascorsa ha presentato addirittura entrambe le facce della stessa moneta, a distanza di poche ore. La chiusura della settimana è sotto l’auspicio di una economia in crescita, in particolar modo di quella americana: nonostante a inizio settimana i dati sulla disoccupazione non fossero così entusiasmanti, i dati giunti venerdì sulla Consumer Confidence e sulle aspettative di crescita, hanno fatto pensare ad una timida ripresa in corso. Da qui gli aumenti di borsa che, ricordiamolo, sta viaggiando sui massimi storici di sempre e di conseguenza anche il petrolio che è tornato a quota 96$ al barile (consegne di giugno). Insomma un aumento delle attività produttive implica un aumento nell’utilizzo del petrolio e da qui l’impennata del prezzo. In Europa lo scenario è completamente diverso: l’economia reale tarda ancora ad allinearsi al seppur debole cammino di crescita ormai intrapreso dall’economia USA. Certo, il settore finanziario e le banche stanno consolidando un periodo ormai positivo da mesi, ma il bicchiere è solo mezzo pieno. Ne abbiamo parlato diffusamente qui su GeoPoliticalCenter: la disoccupazione in Europa è ormai a livelli socialmente preoccupanti, non si tratta più soltanto di questioni economiche. La discussione sulla crescita è ferma sui tavoli delle cancellerie europee, si sentono timidi accenni, qualche proposta, ma nulla di concreto fino ad oggi. Per quanto concerne la prossima settimana, avremo alcuni dati interessanti in arrivo e di cui parleremo più approfonditamente mano a mano che verranno pubblicati. In particolar modo gli occhi sono puntati sull’indice dei prezzi alla produzione, in Germania e su quello dei consumatori in Inghilterra. Non solo, la settimana prossima la Bank Of Japan dovrà decidere se muovere o meno i tassi di interesse e questa scelta, per i motivi sopra esposti, è sicuramente di grande interesse e importanza. Avremo poi una buona selezione di inici PMI: Cina, UE e USA. Infine arriveranno i dati sul PIL inglese e sulla disoccupazione USA. Come sempre, una settimana ricca di informazioni economiche e finanziarie, e noi saremo qui a leggerle e commentarle insieme a voi.