Per la Rubrica “Voce dei Lettori” vi proponiamo questo elaborato di Gianluca Risi, buon lettura
Gli attacchi del 22 marzo a Bruxelles hanno confermato ancora una volta che in Belgio la situazione è ancora lontana da una vere stabilizzazione.
Nonostante gli obiettivi colpiti hanno un alto valore mediatico e simbolico, visto che paralizzare un aeroporto internazionale come quello di Zaventem e la capacità di colpire una metro a pochi passi alla sede delle istituzioni Europee nasconde un messaggio implicito ben evidente, insinuare la capacità di poter colpire ovunque vogliano.
In fin dei conti organizzazioni come l’ Isis sfruttano ampiamente questi attacchi per motivi propagandistici, soprattutto in caso si trovi in difficoltà sul terreno come sta accadendo negli ultimi mesi.
Credo che si possano notare delle differenze in questo attacco, ragionando in maniera distaccata possiamo quasi tirare un sospiro di sollievo visto che il conteggio dei caduti potenzialmente poteva essere molto più elevato.
Ecco questa è la tesi che proverò a spiegare, certamente ora come ora sarà impossibile avere una certezza ma esistono degli elementi che portano a far pensare che questi attacchi siano stati il colpo di coda di una cellula messa alle strette delle forze dell’ ordine del Belgio.
La discriminante potrebbe essere l’ arresto di Salah Abdeslam nel raid di Molembeek del 18 marzo 2016 ed il precedente a cui era riuscito a fuggire , dove uno dei suoi fiancheggiatori è stato colpito mortalmente in uno scontro a fuoco e sono state trovate residui di esplosivi e fucili mitragliatori con relativo munizionamento.
Credo che si tratti di un colpo di coda per questi motivi :
1) Tempistica e luogo degli attacchi
2) Numero degli attentatori
3) Nessun uso di armi da fuco
4) Nessuna presa di ostaggi
Ora andrò a spiegare punto per punto ma prima facciamo una premessa.
Siamo dei terroristi, un nostro esponente è stato arrestato e siamo dubbiosi sul fatto che possa venderci per ottenere degli sconti nella pena che gli verrà inflitta.
Due basi operative sono state bruciate da interventi delle forze dell’ordine, un nostro compagno è stato ucciso dalle forze dell’ ordine, in poche parole sentiamo sempre di più la rete che si restringe intorno a noi. In questo momento è fondamentale un addestramento fisico e mentale di alto livello per poter pensare lucidamente e trovare delle contromisure. In fin dei conti Molembeek ha dimostrato di poter esser un luogo sicuro per Salah , mentre noi godiamo di un relativo anonimato e potremmo sfruttarlo per nasconderci ed aspettare che le acque si calmino.
Ma anche se fossimo stati in un campo di addestramento dell’ Isis difficilmente abbiamo avuto un addestramento che non sia i rudimenti nell’ utilizzo di armi da fuoco, lotta corpo a corpo e fabbricazione di IED.
La fuga non è opzione percorribile, difficile trovare posti più sicuri del proprio quartiere ed inoltre non conviene esporsi proprio in questo momento, quindi ecco che arriva l’ idea di colpire prima di essere fermati.
1) Tempistica e luoghi :
Presupponendo che l’obiettivo finale di un attentato sia quello di fare più danni possibili ed allo stesso tempo di ottenere un ritorno di immagine più elevato possibile possiamo notare che colpire di martedì mattina non risponde a nessuna di queste caratteristiche.
Proviamo ad immaginare se l’ attentato sia stato fatto il fine settimana oppure sotto le festività, cosa che avrebbe sicuramente fatto aumentare la presenza di persone ed allo stesso momento della presenza di maggiori turisti. Il numero di persone da colpire sarebbe aumentato e si sarebbe aumentata la portata dell’ evento colpendo i turisti, propagando il terrore non solo in Belgio ma in maniera indiretta a qualsiasi persona che decide di viaggiare in Europa instillando il dubbio che nessun posto è veramente sicuro.
Inoltre l’ aeroporto e la metro sono obiettivi facili da raggiungere e scarsamente presidiati, pensate che nella sera del Bataclan hanno raggiunto Parigi in macchina da Bruxelles ed hanno colpito vicino lo stadio Saint Denis che era largamente presidiato vista la presenza di alte cariche istituzionali. Differenze sostanziali che giù dimostrano la diversa preparazione dell’ attacco.
2) Numero degli attentatori
Questo punto è collegato ai luoghi colpiti.
Due attentatori in un aeroporto internazionale ed uno in metro.
Come è facile intuire un aeroporto internazionale è un edificio con spazi aperti enormi che prevede un flusso di persone elevatissimo e quindi utilizzare due sole persone permette di controllare e colpire una minima percentuale del luogo a disposizione.
Il singolo che ha colpito la metro invece si ritrovava in uno spazio relativamente piccolo , pieno di persone nel suo raggio d’ azione.
Vista la presenza di soli tre operativi più un sicuro fiancheggiatore se avessimo organizzato il piano in maniera dettagliata risulterebbe sicuramente più efficace l’opzione della fermata della metro, uno si faceva detonare all’ interno del mezzo di trasporto, un altro uomo appostato all’ uscita della fermata prevista avrebbe sfruttato la possibilità di colpire i fuggitivi insieme all’ inevitabile folla che si sarebbe radunata per comprendere e fornire i primi soccorsi.
Mentre il terzo, seguendo il copione che da anni vediamo in medio oriente sarebbe entrato in azione all’ arrivo dei soccorsi. Il risultato sarebbe stato ben più grave e la fattibilità del piano sarebbe stata data da “esperienze pregresse” che si son dimostrate efficaci negli anni passati.
3) Nessun utilizzo di armi da fuoco
Il fatto di non aver utilizzato nessuna arma da fuoco fa riflettere, probabilmente queste sono state requisite dalle forze dell’ ordine nei raid precedenti e non sembra il caso di aspettare un nuovo carico di armi per poter colpire.
Se nell attacco alla metro la mancanza dell’ utilizzo di armi da fuoco ci può stare visto lo spazio ristretto per l’ aeroporto sorgono delle domande.
Ci troviamo in uno spazio immenso, pieno di persone che si aggirano tranquillamente ed inoltre l’ accesso all aeroporto avviene attraverso sistemi di sicurezza e filtraggio quindi nascondere due fucili semi-automatici nei bagagli non comporta nessun rischio elevato.
Osservando che nell’ attacco di Charlie Hebdo e del Bataclan siano stati utilizzate armi da fuoco in maniera massiccia fa sorgere altre domande sul perché in questo caso non sia accaduto.
4) Nessuna presa di ostaggi
Anche qui notiamo delle differenze rispetto ai precedenti attacchi, ricordiamo sempre il Bataclan e anche il negozio Kosher di Parigi
La presa di ostaggi è funzionale nel mantenere costante la tensione del paese colpito, che assiste scosso al rischio che ogni secondo possa iniziare la mattanza.
Quindi possiamo notare come i 4 punti sono collegati fra loro, infatti come possono prendere ostaggi se non hanno armi da fuoco ? Come possono due sole persone anche se armate controllare degli ostaggi in un aeroporto ? Come possono difendere e presidiare la zona dell’ aeroporto contro le forze dell’ ordine due soli uomini mentre controllano anche gli ostaggi ? Direi impossibile.
Per questo motivo sono dell’ idea che gli attacchi del 22 marzo siano stati il colpo di coda di elementi messi sotto pressione dalle forze dell’ ordine e che siano stati costretti a colpire modificando i piani precedenti e scegliere due posti dove poter andare a colpo sicuro.
Certamente queste sono ipotesi , però esistono delle differenze sostanziali fra questo attacco ed i precedenti ed è molto interessante analizzarle e chiedersi i motivi di queste differenze.