Continua il nostro piccolo “compendio dell’impensabile” e dopo il capitolo riguardante una possibile esplosione nucleare, oggi affrontiamo il caso dell’attentatore suicida.
Come comportarsi nel malaugurato caso di trovarsi dinanzi ad un terrorista armato e pronto a tutto per raggiungere il suo obiettivo? Quali strategie è possibile attuare, come singoli e come gruppo per tentare di aumentare la possibilità di sopravvivenza?
Gran parte della strategia si riassume in tre parole: scappa, nasconditi, combatti.
Ogni situazione e scenario possiede caratteristiche uniche, che vanno definite al fine di identificare il miglior comportamento possibile da assumere.
Innanzitutto dobbiamo valutare il luogo in cui ci troviamo: molto diverso è trovarsi in uno stadio, in un teatro oppure a bordo di un mezzo di trasporto isolato come un treno ad alta velocità o un aereo.
Iniziamo questa breve discussione parlando di luoghi non confinati, come una piazza, un quartiere fieristico, un campus universitario o un grande locale pubblico (sia esso una cattedrale, uno stadio, o un centro congressi). In questi luoghi davanti alla minaccia del terrorista suicida il consiglio degli esperti è di fuggire, di disperdersi, di non offrire al terrorista una serie di bersagli statici e raggruppati sui quali egli può avere la meglio. Nel caso di uno spazio aperto o di un edificio composto da decine e decine di locali il secondo consiglio è quello di nascondersi, i terroristi non dispongono di un tempo infinito per portare a termine il loro scopo è più tempo impiegano per trovare i loro bersagli più diminuisce il tempo a loro disposizione è più si avvicina l’intervento delle forze di sicurezza.
Infine se non è possibile scappare o nascondersi, bisogna prepararsi a combattere. Sì esatto a combattere non a implorare pietà. I terroristi sono persone motivate, hanno un obiettivo chiaro (fare quante più vittime possibili) non hanno un conto aperto con ognuno di voi, non gli interessa chi voi siate, che lavoro facciate, chi vi aspetta a casa. Quindi quando avete la ragionevole certezza di non avere altra scelta dovete prepararvi alla lotta, solo se siete soli, o se siete in gruppo cercando di sfruttare la forza del gruppo che sarà tanto più maggiore quanto numeroso sarà il gruppo. Forse avrete comunque la peggio ma è l’unica possibilità che avete per salvare la vostra vita.
Infine lo scenario del treno o del mezzo aereo in quanto in questi luoghi due delle parole chiave della nostra strategia perdono ogni significato, è infatti praticamente impossibile scappare e nascondersi in un treno o in un aereo, ma in fondo anche all’interno di un luogo confinato come un piccolo locale pubblico. Nell’evenienza che un terrorista suicida si pari dinnanzi a noi in un treno, un aereo o un piccolo locale pubblico non rimane che combattere e cercare, magari con la forza del gruppo di avere la meglio. Supplicare dinnanzi a questi soggetti è inutile, l’unica speranza è batterli a viso aperto.
Confidiamo che le autorità di governo e di pubblica sicurezza vogliano organizzare una campagna pubblica per trasmettere queste semplici informazioni, che sicuramente non eliminano la minaccia, ma che complicherebbero un poco il lavoro dei terroristi.
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Non ridete ma a me forse verrebbe di urlare con loro allah akbar sperando che credendomi dei loro non mi ammazzino subito… a quel punto o la fuga o l’attacco.
volevo chiedere alla redazione se le previsioni di ordigni nucleari per fini terroristici si sono basate sul fatto dell’annuncio da parte dei terroristi stessi che prevedono di avere una atomica entro maggio 2016 o giu per lì. e se si riferisce anche al discorso di obama sulla minaccia di attacco nucleare su manhattan da parte degli stessi…e dalle voci che si rincorrono sul web da mesi circa questa possibilità.
grazie.
A Novembre la città si spense in un istante (EMP che spegne l’ elelttricità,ecc)….a Novembre la città si accende in un istante (attacco definitivo?)…non sono mie parole, ma quelle della canzone novembre,di giusy ferreri, 2008…meditate gente.