Continua il nostro piccolo “compendio dell’impensabile” e dopo i capitoli riguardanti una possibile esplosione nucleare e l’attentatore suicida, oggi tratteremo la minaccia di un attacco non convenzionale con l’utilizzo di gas nervino
Questo attacco sembra ai limiti dell’immaginabile ma non possiamo dimenticarci dell’attentato alla metropolitana di Tokio del 20 marzo del 1995 con l’utilizzo del Sarin, un potente nervino.
La strategia è molto semplice ma complessa allo stesso modo. Tutto sta, nel tempo di esposizione, nella dose e dal tipo di aggressivo. Prendiamo a modello il citato attacco alla metro di Tokio: una setta di estremisti religiosi riescono a produrre artigianalmente in un laboratorio chimico alcuni litri di sarin. Il gas fortunatamente abbastanza impuro è messo in forma liquida all’interno di banali sacche mediche per contenere plasma e bucate all’interno della metropolitana con l’ausilio di un ombrello appuntito. In pochissimi secondi si hanno 13 morti, centinaia di feriti gravi e il totale di 6000 intossicati. Un attentato di questo genere era assolutamente nuovo e molti degli intossicati furono gli stessi soccorritori che non riuscirono all’inizio a riconoscere l’agente utilizzato.
Quindi come possiamo riconoscere un attacco? Il gas nervino è inodore e incolore,all’aria aperta si degrada velocemente ma in un luogo chiuso può essere letale in poco tempo per tantissime persone.
Come riconoscere i sintomi? I sintomi caratteristici dei nervini sono principalmente quattro. Non variano in base alla via di penetrazione che può essere respiratoria o attraverso la cute.Il più caratteristico ed immediato è la miosi, ovvero il restringimento dei muscoli dell’iride e la pupilla detta a capocchia di spillo. Il fenomeno avviene entro pochi secondi. Questo sintomo è generalmente seguito da difficoltà di respirazione, eccessiva salivazione e secrezione di lacrime e tachicardia.
La gravità dei sintomi è tanto maggiore quanto la vicinanza alla fonte del gas e il decorso può essere mortale in pochissimo tempo. Quindi che fare? Se si è in un luogo chiuso e si notano delle persone in preda ai sintomi indicati in precedenza, bisogna agire con il cervello e non con l’istinto. NON AIUTARE I COLPITI. TUTELARE PRIMA LA PROPRIA INCOLUMITA’ .Allontanarsi immediatamente, non toccare nulla e trattenere immediatamente il respiro. Nel caso si sia toccato qualcosa di umido tamponare con della stoffa o della carta e non utilizzare acqua, che faciliterebbe l’ingresso dell’agente per via cutanea. Non appena raggiunto un luogo distante e ritenuto sicuro avvertire le autorità descrivendo i sintomi riscontrati, spogliarsi degli indumenti indossati nel luogo dell’attacco ed attendere il personale specializzato.
Sfortunatamente una persona normale non può fare nulla per contrastare gli effetti di un nervino e non può assolutamente essere d’aiuto per soccorrere i colpiti, anzi rischierebbe di contaminarsi ulteriormente ed aumentare il conto dei morti e dei feriti. I nostri sistemi di emergenza sono pronti ad intervenire, sono addestrati e hanno materiali e farmaci per una rapida risposta.
Questo scenario è uno dei peggiori che si possano presentare, ma non è da escludere. Si è già presentato in passato e potrebbe presentarsi in futuro.
Quindi occhi aperti, siate intelligenti, siate vigili, riconoscete le minacce.