E’ altissima la tensione nella penisola di Corea dopo numerosi e concordanti segnali arrivati dalla Casa Bianca, da Pyongyang, dalla Cina e dal Giappone.
Questo pomeriggio il portavoce della Casa Bianca ha annunciato che il presidente ha convocato, per il prossimo mercoledì, nella residenza presidenziale, la totalità del Senato americano. I cento senatori sono stati invitati per ricevere un briefing riguardante la situazione di crisi con la Corea del Nord ed illustrare di conseguenza la strategia del Presidente Americano e del Consiglio di Sicurezza Nazionale, atta ad impedire la proliferazione nucleare nella regione, e allo stesso tempo ristabilire il potere di deterrenza delle forze armate americane.
Ricordiamo che il Senato americano è l’istituzione deputata ad autorizzare l’uso della forza militare da parte degli Stati Uniti, questo passaggio appare propedeutico a fronteggiare la possibilità di un conflitto tra Corea del Nord e Stati Uniti.
Nelle stesse ore è giunta conferma che il Gruppo Attacco della Portaerei Vinson è attesto nelle Acque del Mar del Giappone (tra Giappone e penisola Coreana), per una serie di esercitazioni (non programmate) con le forze armate coreane e le forze di autodifesa giapponesi, la notizia proviene direttamente del comando supremo delle forze armate della Corea del Sud ed è stata riportata della Yonhap News di Seoul.
Nel tardo pomeriggio di oggi abbiamo inoltre ricevuto conferma di numerose telefonate del presidente americano Trump a leader politici dell’estremo oriente e non solo. Trump ha parlato con il premier Giapponese Abe Shinzo e con il presidente Cinese Xi. Mentre il Giappone ha espresso la ferma volontà di una stretta collaborazione militare con gli Stati Uniti, la Cina ha inviato gli USA a non innalzare ulteriormente la tensione con la Corea del Nord. Trump ha inoltre sentito la cancelliera tedesco Merkel, sempre a quanto si apprende da fonti della Casa Bianca in relazione a problematiche legate anche alla Corea del Nord, nessuna dichiarazione da Berlino in merito alla vicenda.
Un altro fatto che ci da motivo di ritenere essere prossima al punto di rottura la crisi in atto è l’arresto di un cittadino americano (il terzo dal 2016), a Pyongyang. L’uomo era un docente che insegnava all’università di Pyongyang da circa un mese ed è in possesso della doppia cittadinanza americana e nord coreana.
L’arresto di cittadini americani in passato ha spesso anticipato di alcuni giorni/settimane i test atomici della Corea del Nord, che poi ha utilizzato questi cittadini come arma di ricatto diplomatico, questo è già accaduto nel 2016 e nel 2009, le due americane arrestate furono poi liberate con la mediazione dell’amministrazione Clinton.
Non va dimenticato che domani (tra poche ore in realtà alla luce del fuso orario), in Corea del Nord si festeggia la giornata delle forze armate, ed è possibile che l’evento venga sottolineato con il lancio di missili balistici e/o un test nucleare sotterraneo.
Proprio dalla Corea del Nord sono giunte poco fa le dichiarazioni del Ministro della Difesa di Pyongyang il quale ha dichiarato che sono stati ultimati i preparativi necessari a colpire, anche con armi nucleari, le unità e le basi militari americane nella regione.
Sarà una lunga notte per noi che seguiamo i fatti in Corea del Nord….