Oggi sono programmati nei territori palestinesi i funerali di Arafat Jaradat, il prigioniero palestinese deceduto pochi due giorni fa nelle prigioni di Israele. Sebbene l’autopsia non abbia stabilito le cause del decesso, il sospetto nei palestinesi che un loro uomo sia deceduto a causa di un interrogatorio sono fortissimi. Tutti i prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane hanno iniziato uno sciopero della fame e nei territori sono scoppiati scontri con feriti sia dalla parte dei palestinesi che dalla parte degli israeliani. Oggi il momento più pericoloso della giornata potrebbe essere il funerale del prigioniero palestinese, che se non gestito adeguatamente da ambo le parti, potrebbe esser la scintilla di una terza intifada. I nostri analisti non ritengono questa ipotesi lontana dalla realtà anche se l’ormai imminente visita del presidente americano Obama, prevista per il 20 marzo, potrebbe indurre la dirigenza palestinese a contenere i manifestanti. Tuttavia una seconda scuola di pensiero all’interno dell’autorità palestinese potrebbe spingere il presidente Abu Mazen ad una dimostrazione di forza, sulla scia di quanto avvenuto dopo l’ultima operazione israeliana a Gaza che ha visto l’allenamento del blocco di Gaza, cosa ormai comunque inevitabile, e il rafforzamento delle posizioni di Hamas.
La scelta se dare il via ad una terza intifada è unicamente nelle mani dell’autorità palestinese, che dovrà soppesare attentamente pro e contro di una nuova battaglia contro gli israeliani, alla luce del fatto che il processo di pace potrebbe essere uno degli argomenti principali trattati dal presidente Obama nella prossima, imminente, visita in medio oriente.