Pochi giorni fa eravamo qui a parlare di tregua, piani di pace, road map per alleviare le pene dei civili, oggi dopo l’attacco americano/Uk/Danimarca/Australia a Dier Ezzor e il bombardamento Russo/Siriano al convoglio della Croce Rossa/Mezzaluna Rossa nel nord della Siria siamo parlarvi della Guerra Totale in atto ad Aleppo.
Ieri l’esercito siriano e l’Hezbollah libanese hanno annunciato l’inizio di una offensiva su larga scala ad Aleppo est e oggi per tutta la giornata abbiamo assistito al alcuni tra i più intensi bombardamenti che la seconda città della Siria ha subito negli ultimi mesi. Velivoli SU-34, Su-24 e Su-25 avrebbero martellato numerosi obiettivi nell’area urbana inclusi mezzi dei “White Helmet”, la difesa civile che svolge compiti di antincendio e recupero feriti nella città, con mezzi giunti dalla Turchia, distruggendo almeno due mezzi antincendio polivalenti. Nelle stesse ore sarebbero stati colpi obiettivi ritenuti luoghi di rifugio per i ribelli, nonché (e non per la prima volta) l’impianto di potabilizzazione dell’acqua a nord dell’aeroporto della città.
L’idea che il nostro gruppo si è fatto è che ogni regola, anche la più semplice, stabilita per la protezione dei civili sia diventata lettera morta e che nella giornata odierna non ci siano stati ad Aleppo obiettivi leciti e obiettivi non consentiti, in quella che appunto appare coma una “Guerra Totale” una guerra che colpisce miliziani e civili “moderati” e estremisti. L’obiettivo strategico dei governativi appare quello di eliminare la sacca ribelle di Aleppo Est e poter così concentrare le truppe dispiegate in città al fronte occidentale per poter tornare al tavolo dei negoziati da una posizione di maggior forza.
In queste ore emerge inoltre il fatto che le possibilità di un cessate il fuoco siano unicamente nelle mani di Russia e Stati Uniti, i quali si stanno trasformando da “sponsor” di formazioni locali a parti attive primarie di questo conflitto.
Molti inoltre paragonano il conflitto siriano ad uno scontro della “Guerra Fredda”, ma in realtà questo paragone non è adeguato, in quanto in Siria assistito ad un conflitto, ad una Guerra se preferite chiamarla così, dove Stati Uniti e Russia combattono su fronti opposti nello stesso fazzoletto di terra nello stesso spazio aereo e con obiettivi opposti; una situazione che, vista ormai l’assenza di ogni regola o norma di combattimento, rischia di determinare incidenti che coinvolgano direttamente uomini e mezzi di Washington e di Mosca, in uno scenario che non ha precedenti in tutta la Guerra fredda.