Tra pochi giorni la Striscia di Gaza vedrà diminuire la fornitura elettrica che riceve quotidianamente da Israele. Gaza dispone di un’unica vecchia centrale termoelettrica, la quale non riesce a sopperire ai bisogni di una comunità in continua espansione. Per questo motivo Gaza riceve da Israele gran parte dell’energia necessaria alla propria sussistenza.
L’energia però viene pagata ad Israele dall’autorità palestinese di Ramallah, detraendo i costi dai trasferimenti economici provenienti da Gerusalemme.
L’autorità palestinese ha deciso di ridurre la quota di energia che Ramallah paga per Gaza, di conseguenza Israele ha deciso di ridurre le forniture elettriche.
Con meno energia la vita a Gaza diventerà ancora più complicata e per diverse ore nella giornata i cittadini della Striscia sperimenteranno black out, ai quali Hamas non potrà porre rimedio. Questa situazione potrebbe portare ad un forte malcontento e conseguentemente ridurre la presa di Hamas sulla popolazione di Gaza, motivazione principe che sta alla base della decisione di Ramallah e di Gerusalemme di tagliare le forniture elettriche.
La decisione di ridurre l’energia disponibile a Gaza va infatti inquadrata nelle misure che i paesi sunniti del Golfo stanno attuando nei confronti dell’Iran, e dei suoi satelliti.
Hamas va identificato in una struttura satellite dell’Iran con appoggi fondamentali (fino a pochi giorni fa) in Qatar.
Hamas ha annunciato che in caso di riduzione delle forniture elettriche a Gaza la situazione “potrebbe esplodere”, minacciando di fatto azioni armate contro i nemici israeliani ma forse anche nei confronti della stessa autorità palestinese di Ramallah.
La situazione evolverà nei prossimi giorni e noi vi informeremo di conseguenza.