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A new (Iran) Deal – Un nuovo accordo con l’Iran

Un nuovo accordo tra Stati Uniti ed Iran, questo chiede, anzi pretende il presidente americano Trump, alla leadership iraniana. Un accordo che non conceda vantaggi solo per gli iraniani, e possibilità di affari per gli occidentali, ma un accordo che riduca le capacità di ricerca nucleare a fini militari della Repubblica Islamica dell’Iran.
Ma cosa vuole Trump?
Lo sintetizziamo in un concetto. Trump desidera che gli iraniani non possano, neanche in futuro, arricchire uranio oltre le fisiologiche necessità delle centrali nucleari del paese e dei reattori di ricerca. Trump immagina un accordo che preveda il rispetto delle risoluzioni delle Nazioni Unite che proibiscono lo sviluppo e il lancio di vettori, i quali rappresentano il metodo più semplice ed a basso costo per lanciare, un domani, le armi atomiche Made in Iran.
L’accordo odierno sul nucleare iraniano non impedisce all’Iran di preparare la strada per la costruzione della bomba, l’accordo attuale non limita in alcun modo dopo la sua scadenza la quantità di centrifughe per l’arricchimento dell’uranio che Teheran può possedere, l’accordo non tiene conto delle risoluzioni delle Nazioni Unite che vietano lo sviluppo di missili balistici alla Repubblica Islamica dell’Iran.
Riteniamo che il presidente Trump si accinga quindi a denunciare l’accordo nucleare con l’Iran e renderlo per gli Usa non più vincolante.
Riteniamo altresì egli non desideri andare verso uno scontro militare con gli iraniani e proporrà ai vertici della nazione islamica sciita un accordo basato su nuove condizioni. La prima sarà il blocco completo dello sviluppo e test dei missili balistici a disposizione di Teheran. La seconda sarà la limitazione del numero delle centrifughe per l’uranio a disposizione dell’Iran. La terza sarà la limitazione della produzione di uranio arricchito alle effettive necessità iraniane atte a sostenere la produzione di combustibile nucleare per la propria centrale ad energia atomica e per il reattore di ricerca di Teheran.
Non crediamo che Trump voglia negare all’Iran il diritto di produrre energia atomica a fini pacifici o medici, ma siamo allo stesso tempo certi che l’amministrazione americana è pronta al confronto, anche armato e su vasta scala, se l’Iran riprendesse senza freni l’arricchimento del minerale di uranio, del quale ha ampia disponibilità nelle miniere del paese.
Una “violenta” ripresa delle attività nucleari a tutto campo da parte di Teheran vedrebbe una altrettanto violenta risposta militare americana alle ambizioni espansionistiche iraniane in tutto il Medio Oriente e nella Penisola Araba.
Mancano 12 giorni alla decisione del Presidente americano, una decisione che dipenderà in gran parte anche da come risponderà Teheran alle offerte della diplomazia segreta che in questi giorni starebbe lavorando per evitare un ennesimo picco della tensione militare in un’area storicamente foriera di insanabili divisioni politiche che spesso hanno condotto a conflitti armati di vaste proporzioni.