GeopoliticalCenter, Geopolitica, Strategia, Analisi Economiche

I Marò del San Marco : la Via al giusto Processo

Roma 8 marzo 2012

Esiste una via per garantire un giusto processo, nella sede competente per i marò del San Marco?

La nostra agenzia ha dedicato una sessione speciale per discutere di questa possibilità e da questo nostro meeting e uscita un’idea, forse l’unica percorribile.

In questi giorni si sente parlare di interessamento dell’Europa nella vicenda e di contatti diretti tra la nostra diplomazia e la controparte Indiana. Gli sforzi che il governo sta facendo per garantire il giusto processo ai Marò sono apprezzabili ma secondo la nostra agenzia sono errati i canali utilizzati.

I Marò erano in servizio anti pirateria su una nave battente bandiera italiana sotto lo scudo di un’ operazione ONU e ribadiamo ONU, contro la pirateria nell’oceano indiano. Visto che la missione è una missione ONU sono le nazioni unite che, a nostro avviso, devono pretendere che ai militari impiegati in tale operazione venga garantito un processo in accordo con la convenzione ONU sul diritto del mare. L’Italia a nostro avviso dovrebbe fare pressioni in sede ONU, dove tra l’altro il sottosegretario De Mistura è di casa, al fine di ottenere che le Nazioni Unite si facciano carico della sorte dei due Marò. In caso contrario l’Italia dovrebbe minacciare concretamente il ritiro di tutte le sue truppe impiegate in missioni ONU, essendo le Nazioni Unite non in grado di tutelare gli uomini che operano nel quadro di una missione stabilita dalle nazioni unite come la missione di contrasto della pirateria.

Questa strada seppur radicale appare ai nostri analisti l’unica via percorribile nel caso in cui il governo locale del Kerala prosegua in questa ingiusta prova di forza nei confronti dell’Italia anche dopo le elezioni legislative programmate in Kerala per il 17 marzo. Durante la campagna elettorale di tali elezioni il partito comunista indiano sta quotidianamente accusando il partito del congresso e la sua Leader Sonia Ghandi di essere di fatto responsabili di un trattamento di favore nei confronti degli italiani, definiti dalla stampa locale banditi del mare, proprio il contrario di quel che sono in realtà.

L’Italia deve farsi sentire, non solo con gli indiani, non solo tramite l’Europa, ma tramite le Nazioni Unite, unicà entità sovranazionale in grado di esercitare la guisa pressione senza sospetti di parte sul governo federale della Repubblica Indiana.