Una No Fly Zone americana sulla Siria
Nessuno, nemmeno tra i protagonisti della guerra in siriana, pronuncia la parola No Fly Zone, ma nei fatti gli Stati Uniti ne hanno appena istituita una sui cieli della Siria. Gli Stati Uniti hanno parlato sia per via diplomatica (grazie al portavoce del Segretario di Stato Usa) sia per via militare (grazie al SACEUR della NATO gen. Scaparotti). I due rappresentanti istituzionali degli Stati Uniti hanno ribadito, seppur ognuno con le caratteristiche del proprio ruolo, che gli USA non esiteranno ad usare il loro “potere aereo” per abbattere qualunque caccia ostile che “sorvolerà” le aree dove stazionano le forze speciali americane ora presenti in Siria.
Delta Force e Rangers americani sono oggi presenti in territori controllati dalle milizie curde SDF, e svolgono ufficialmente solo compiti di addestramento, tuttavia immagini delle forze speciali britanniche anch’esse dispiegate in Siria, hanno mostrato che tali unità sono equipaggiate per il combattimento, oltre che per l’addestramento delle forze curde.
Ma la notizia più importante è che gli Stati Uniti hanno annunciato che ingaggeranno ed abbatteranno, non solo gli aerei che bombardano aree nelle quali sono presenti militari americani, ma anche gli aerei che tenteranno il sorvolo di determinate parti del territorio siriano.
Nessuno da parte americana usa la parola No Fly Zone, perché un tale provvedimento, in assenza di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, è un vero e proprio Atto di Guerra, così come lo sarebbe un “blocco navale”. Anche ai tempi della Crisi dei Missili di Cuba gli Stati Uniti misero in atto un blocco navale dell’isola caraibica, definendola però come “quarantena”, onde evitare l’accusa di aver compiuto un atto di guerra contro l’Avana.
Oggi nessuno dalla Casa Bianca ha definito con un termine specifico questa misura militare messa in pratica dagli Usa in Siria, limitandosi ad affermare che “non è una No Fly Zone”; certo è che questa decisione evidenzia la ormai totale mancanza di coordinamento tra la Siria (e la Russia) e gli Stati Uniti nella gestione degli spazi aerei della Siria.
In assenza di questo coordinamento la probabilità di incidenti nei cieli della Siria si fa sempre più alta. Riteniamo inoltre che la decisione Usa di instaurare una No Fly Zone in Siria, e il concreto aumento del rischio di uno scontro nei cieli a nord est di Aleppo tra aerei Siriani-Russi e caccia americani, abbia spinto l’Iran a revocare il consenso concesso ai russi di utilizzare la base aerea di Hamadan.
Nel caso in cui si assistesse ad una scontro aereo, che dovesse coinvolgere aerei decollati dal suolo iraniano, la base di Hamadan diverrebbe un legittimo bersaglio di rappresaglia da parte delle forze della coalizione americana, vanificando i tentativi di riavvicinamento tra Stati Uniti e Iran tanto voluti dall’attuale leadership sia di Washington che di Teheran. Il rischio di essere coinvolti in uno scontro tra Russia e Stati Uniti, nella nostra visione, ha spinto il governo iraniano a revocare l’autorizzazione di atterraggio ai bombardieri russi, che oggi hanno lasciato in tutta fretta il suolo iraniano.
Siria, Donbass, Crimea (e fino a poche ore fa l’Iran) sono luoghi nei quali si intreccia il conflitto, tutt’altro che freddo, tra Stati Uniti e Russia. Oggi, a differenza di pochi mesi fa, una azione in qualsiasi si questi teatri si riflette con effetti a volte moltiplicati negli altri teatri e questo fatto fa si che una battaglia tra due aerei in Siria potrebbe determinare l’esplodere di scontri nel Donbass o al confine con la Crimea.
Per questo motivo che la No Fly Zone in Siria innalza di molto la tensione di quella che già in passato abbiamo definito come “Guerra Fantasma”; una guerra che caratterizza la Geopolitica contemporanea in Europa ed in Medio Oriente, un conflitto ibrido tra Stati Uniti e Federazione Russa che interessa ormai tutta la regione che si estende dal Golfo Persico all’Europa Orientale, dopo essere originato 4 anni fa in terra di Siria.
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Una “no fly zone” americana? Ma ci rendiamo conto dell’assurdo, con i pezzi di contraerea 400 s, schierati in Siria, russi e siriani non ci metterebbero niente a buttare giu gli aerei USA.. Per imporre una no fly zone, bisogna avere una superiorità aerea, in Siria l’aeronautica americana conta come il 2 di spade quando comanda bastoni!!!