Il Kashmir è in piena fibrillazione, migliaia di militari e paramilitari indiani sono giunti nella regione e vengono ora dispiegati nei punti strategici e nelle città.
Le scuole sono state chiuse, i turisti stranieri evacuati, le università hanno sospeso gli esami e gli ostelli sono ora a disposizione della pubblica autorità, i pellegrini induisti che si recavano nelle zone sacre del Kashmir anch’essi evacuati.
Da circa dieci giorni un ponte aereo fa affluire in Kashmir mezzi e uomini.
Tutto questo perchè? Le autorità indiane affermano che si tratta di una operazione antiterrorismo e che decine di infiltrati siano pronti a colpire proprio nel Kashmir indiano.
Ma la situazione appare essere ben diversa da quella che si dovrebbe configurare come una “operazione di antiterrorismo”. In realtà esiste la concreta possibilità che Nuova Delhi voglia eliminare lo statuto speciale di autonomia ora in vigore per le regioni contese e che presentano una alta densità di popolazione non induista.
Se dovesse essere abrogato lo statuto speciale per la regione del Kashmir la rivolta della popolazione non induista è una assoluta certezza, e nel caso in cui dovessimo trovarci dinanzi ad un bagno di sangue, potremo assistere ad una reazione militare del Pakistan a difesa dei mussulmani del Kashmir sotto controllo indiano.
A nostro avviso questa decisione del governo centrale indiano è dovuta in gran parte allo scontro dello scorso inverno tra India e Pakistan, nel quale l’aviazione pakistana ha ottenuto il controllo dello spazio aereo del Kashmir e Islamabad avrebbe potuto assestare un colpo durissimo alle forze indiane nella regione. Successivamente alla sconfitta indiana ha preso forza nel Kashmir un inteso desiderio di indipendenza dei mussulmani che fanno riferimento al Pakistan.
Mentre vi scriviamo nel Kashmir indiano è in vigore un coprifuoco “de facto”, internet registra gravissimi problemi e gran parte delle utenze dell’area non sono raggiungibili ed è proibita qualsiasi forma di raduno o manifestazione.
Poche ore fa il governo di Islamabad si è riunito in seduta di emergenza, formalmente per fare il punto su uno scontro di confine di due giorni fa, ma alla fine del meeting il primo ministro pakistano ha affermato di essere proto ad agire con la massime durezza nel caso di comportamenti irrazionali dell’India.
Domani si riunirà, sempre in seduta di emergenza anche il governo indiano, ed è attesa una importante dichiarazione ufficiale al termine dell’incontro, dichiarazione che dovrebbe avere un impatto significativo sul futuro del Kashmir.
Il nostro gruppo continua a mantenere massima attenzione sulla situazione in Kashmir e vi informerà in tempo reale sull’evoluzione della vicenda tramite il sito ma anche e in maniera ancora più tempestiva con i nostri social: Facebook, Twitter e Telegram.
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