L’Iran userà una copia della portaerei Nimitz come bersaglio in esercitazione
Se ne era parlato su queste pagine all’inizio di aprile: in Iran è stata costruita una copia a grandezza naturale della portaerei americana Nimitz. Una copia senza motori e senza armamento, ma costruita in materiale ferroso con uno scafo a catamarano che ne replica fedelmente dimensioni e sovrastrutture.
Il governo iraniano aveva dichiarato che la copia della Nimitz sarebbe stata impiegata per la realizzazione di un film intitolato “Airbus” riguardante l’abbattimento di un aereo di linea iraniano da parte di un missile lanciato dal cacciatorpediniere Vincennes sopra le acque del Golfo Persico.
Il nostro gruppo aveva messo in dubbio questa versione dei fatti, alla luce anche di alcune esercitazioni aeronavali nel Golfo Persico, dove era stata presa di mira dai missili iraniani una chiatta trainata per l’occasione al largo delle acque territoriali iraniane.
Nei mesi sono poi proseguire dichiarazioni di forte ostilità nei confronti della Marina Americana e il nostro gruppo si aspettata una “esercitazione ad effetto”, certo non in questi termini.
Affondare la riproduzione della Nimitz, non sarà difficile e sarà una mossa propagandistica per il regime, tuttavia avere a che fare con la vera Nimitz (o una sua pariclasse) sarà ben più complesso in uno scenario di guerra già dichiarata.
Comunque sia, sarà molto probabile vedere prossimamente missili da crociera iraniani colpire questa copia della portaerei Nimitz ed osservare le immagini riprese a distanza ravvicinata di tale episodio da parte dei nuovi Dorni di Teheran.
Come risponderanno gli Stati Uniti a queste esercitazioni? Continueranno le portaerei americane in ingresso ed uscita dal Golfo Persico a rispondere alle chiamate identificative provenienti dalla marina iraniana al passaggio dell’isola di Kharg?
Probabilmente questa amministrazione perseguirà la propria strategia di Appeasement com Teheran, sperando di ottenere risultati migliori di quelli ottenuti da Chamberlain alla fine degli anni 30 dello scorso secolo nel confronto con la Germania.
Ma le politiche di Appeasement non hanno mai funzionato con i governi che basano la loro sopravvivenza sulla ricerca di un nemico esterno che unifichi la nazione, non ha funzionato con la Germania degli anni 30, non funzionerà con l’Iran dei giorni nostri.
L’America ha perseguito una politica di destabilizzazione globale associata ad una politica di tagli alle spese militari che hanno compromesso le capacità di reazione delle forze armate americane. Al fianco di questa politica di riduzione delle spese militari la Casa Bianca ha sempre impedito qualunque reazione diretta delle forze armate americane, anche in caso di atti ostili contro interessi o alleati americani (l’assassinio dell’ambasciatore americano in Libia e le vittime sud coreane negli sporadici scontri con il Nord ne sono due esempi classici).
Questa politica ha profondamente demotivato i militari americani, i quali hanno subito negli ultimi sei anni provocazioni alle quali non hanno potuto rispondere, e sui campo di battaglia hanno vissuto solo operazioni di disimpegno e ritiri generalizzati.
In questa situazione politica e di morale l’efficienza delle forze armate americane risulta a nostro avviso notevolmente ridotta rispetto a dieci anni fa, e i nemici dell’America possono sfruttare le loro (anche limitate) capacità militari come strumento di leva diplomatica per la risoluzione dei contenziosi in atto con Washington.
Ecco perché riteniamo che l’America non risponderà in alcun modo all’affondamento da parte degli iraniani di questo simulacro galleggiante della portaerei Nimitz, rinforzando nei vertici iraniani il concetto di debolezza che già possiedono nei confronti di questi ?Stati Uniti.
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Se da un lato è vero che gli Stati Uniti hanno perseguito una politica di destabilizzazione e disimpegno, dall’altro non si può negare che non ci possiamo aspettare un intervento armato o comunque affine, ogni volta che il ras di turno alza la voce. L’apparato militare americano, nel suo complesso, rimane pur sempre un deterrente sufficiente, a mio modo di vedere, a disinnescare situazioni potenzialmente pericolose.
Anche se l’Iran affondasse un pezzo di ferro galleggiante… bè ognuno è libero di festeggiare le proprie vittorie o presunte tali. Il messaggio è chiaro, abbiamo la capacità di “provare”, nulla più.
D’altronde la storia ci insegna che inviare uomini e mezzi in posti ostili, dalla Somalia in poi, per citare il passato, non ha portato assolutamente ai risultati sperati.
Io credo che anche gli americani comincino ad essere un pò più cinici nei confronti del mondo e, soprattutto, nei confronti di quelle aree del pianeta che non sono economicamente rilevanti (Siria). Proprio oggi è uscita la notizia che la Cina ha superato l’economia statunitense… ecco forse le battaglie del futuro saranno diverse… e chi pensa ancora di mostrare la propria potenza con una bella parata militare, rimarrà inevitabilmente indietro.