La Corea del Nord si prepara per la guerra
La Corea del Nord è con le spalle al muro: la politica economica della dirigenza comunista, la dottrina del “Songun” (prima di tutto l’esercito), la cronica carenza di fonti energetiche e alimentari ha messo in concreto pericolo la sopravvivenza del regime, nella forma dinastica che lo caratterizza della metà del secolo scorso.
In questa situazione di povertà, fame e assenza di libertà l’unico apparato ancora in grado di funzionare è l’esercito. Quell’esercito che gode del privilegio dettato dalla dottrina dello “Songun”, una dottrina che destina le risorse, tutte le risorse, in primis alle forze armate e ai suoi componenti, solo dopo e per la quota rimanente le risorse sono a disposizione della popolazione. Ma anche la dottrina dello “Songun” sembra non poter garantire il mantenimento dell’attuale apparato bellico nord coreano ancora per molto tempo. Al fine di mantenere inalterato il potere negoziale insito nel possedere una potente forza militare anche in caso di drastici tagli alle attuali forze armate, la Corea del Nord ha sviluppato un incredibile programma nucleare militare. Un programma nucleare che oggi permette alla Corea del Nord di essere ammessa a quel ristretto club di nazioni che posseggono sia l’arma atomica, sia i missili balistici in grado di trasportare gli ordigni a destinazione.
Ma è proprio la raggiunta capacità nucleare che ha isolato lo Corea del Nord dal resto del mondo, fatta eccezione per l’alleato cinese che volente o nolente non potrà mai abbandonare Pyongyang al proprio destino. Il risultato di questo isolamento internazionale sarà la votazione di sanzioni economiche da parte del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nella giornata di oggi alle ore 15,30 ora di New York, queste sanzioni aggraveranno la profonda crisi economica ed alimentare della Corea del Nord che in siffatte condizioni potrebbe giocare la pericolosa carta delle provocazioni militari per tornare al tavolo negoziale da una posizione di forza.
La scelta della Corea del Nord è però estremamente pericolosa perché oggi in Corea del Sud, a differenza di quanto poteva avvenire in passato, le forze armate di Seoul hanno pianificato piani di risposta automatici alle eventuali provocazioni militari della Corea del Nord che dovessero violare la sovranità della Corea del Sud. Pyongyang è cosciente di tali sviluppi e si sta preparando di conseguenza sia sul piano propagandistico, sia sul piano prettamente pratico.
I preparativi propagandistici al conflitto
Dal punto di vista della propaganda abbiamo assistito ad un crescendo di minacce che sono iniziate nei giorni precedenti al terzo Test Atomico, minacce riportate dagli organi di stampa del regime che promettevano una “rappresaglia senza pietà” nei confronti di Stati Uniti o Corea del Sud nel caso in cui essi avessero interferito con il Test Atomico. Poi è stata la volta del parlamento di Pyongyang che ha promesso azioni militari senza precedenti nei conforti di Seoul nel caso in cui la Corea del Sud avesse preso parte alle sanzioni internazionali minacciate dagli Stati Uniti. Infine due fatti senza precedenti. Il primo è stata una telefonata, in inglese, al comando delle forze statunitensi in Corea del Sud da parte del responsabile nord coreano della zona demilitarizzata. Nella telefonata si minacciavano le forze americane di completa distruzione nel caso esse avessero eseguito come da programma le annuali esercitazioni congiunte con i sud coreani.
Il secondo fatto senza precedenti è stata una dichiarazione pubblica alla televisione di stato della Corea del Nord di uno dei più influenti generali dell’esercito nord coreano, Kim Yong-chol. In questa dichiarazione si annunciava che se il prossimo 11 marzo inizieranno le fasi operative delle esercitazioni congiunte tra Stati Uniti e Corea del Sud la Corea del Nord riterrà nullo l’accordo dell’armistizio del 1953 e verrà contestualmente interrotta la linea telefonica diretta tra le due Coree. Il fatto che ha alzato l’attenzione dei nostri analisti su questa dichiarazione è l’alta personalità che ha fatto questa dichiarazione, un generale di così alto rango non può permettersi vuote minacce, men che meno alla televisione di stato, considerando il fatto che la persona in questione è sospettata di essere stata protagonista in passato di alcune tra le più pericolose schermaglie che sono avvenute tra le due Coree.
I preparativi concreti al conflitto
Stiamo assistendo da alcuni giorni a preparativi concreti ad un conflitto su vasta scala.
In tutto il paese è in atto la mobilitazione di tutte le forze armate: marina, aeronautica, esercito, forze missilistiche, forze della difesa aerea così come la difesa civile. Check Point delle forze di sicurezza sono stati instaurati nei punti strategici del paese, numerose aree sono state proibite ai civili, così come sono state instaurate No-Fly Zone e zone marittime proibite in particolare lungo la costa orientale, segno di possibili lanci missilistici a scopo addestrativo. A Pyongyang inoltre stiamo assistendo a attività della difesa civile che sembra essere impegnata in attività del tutto particolari; i coreani del nord stanno camuffando treni e mezzi pubblici in tutta la capitale e sono in atto attività di controllo dei rifugi antiaerei della capitale comunista così come isolatamente alta sembra essere la presenza di personale della difesa civile nei tunnel della metropolitana di Pyongyang, luogo che in caso di guerra sarà di importanza cruciale.
Le forze missilistiche strategiche sono in stato di massima allerta e potrebbero presto essere disperse nell’aspro territorio della corea del nord, riferiamo in particolare ai missili KN-08. Il KN-08 è un missile balistico con capacità nucleari e una gittata stimata in 5000 km in grado di raggiungere tutte le basi americane in Asia, e perfino le Hawaii, Giappone e Corea del Sud sono invece minacciate non solo dal missile KN-08 ma da una pletora di sistemi missilistici ad iniziare dagli antiquati ma numerosissimi missili Scud, anch’essi con capacità nucleari e chimiche.
La Corea del Sud mantiene massima vigilanza sulle forze missilistiche e di artiglieria che potrebbero distruggere in poche ora la capitale sud coreana, pericolosamente vicina al confine tra le due coree.
Le forze sottomarine del Nord hanno lasciato le basi costiere e sono disperse sia sulla costa occidentale che sulla costa orientale e sono una concreta minaccia per la marina americana e sud coreana che operano in questi giorni nelle fasi preliminari delle esercitazione Foal Eagle / Key Resolve.