La Turchia pronta ad agire in Siria.
Cinque reggimenti corazzati in cinque punti strategici della frontiera con la Siria, cinque task forces molto simili nella loro composizione : 25 carri armati M-60 alcune centinaia di uomini dei reparti di fanteria, mezzi cingolati con missili antiaerei per la difesa di punto e tanta logistica. Oggi sembra più chiaro lo scopo di questo dispiegamento, formare cinque punti sicuri all’interno del territorio della Siria, dove ospitare i profughi e dove dare assistenza in modi informale ai ribelli. Ad Ankara si è valutato che le forze di Assad sono ormai troppo deboli per pensare ad un contrattacco rivolto verso le truppe turche impegnate in questa missione e che se le divisioni fedeli al Al Assad si muovessero contro le truppe turche i ribelli agirebbero immediatamente aprendo un fronte alle loro spalle. Così verso la fine del mese Santo di Ramadan la Turchia si prepara e cerca l’approvazione di Washington per una operazione dove l’America guiderebbe stando dietro, nello stile del presidente Obama. Nessun coinvolgimento in prima linea per gli americani ma solo intelligence e qualche operazione impossibile per la Turchia. E probabilmente sarà così, Al Assad non ha la forza per attaccare i soldati della Turchia che saranno presenti sul territorio siriano, ma ciò non vuol dire che la Turchia non debba assaggiare il gusto amaro della rappresaglia. Rappresaglia che le forze missilistiche di Al Assad potrebbero far arrivare nelle principali basi militari nel sud della Turchia e che se alcuni report riservati sulla capacità missilistiche del regime saranno confermati le sirene dell’allarme antiaereo potrebbero risuonare anche ad Ankara.
Oggi Hillary Clinton sarà in Turchia, ad Istanbul, per un incontro ai massimi vertici sulla questione siriana, dalle sue dichiarazioni potremo capire meglio cosa sta per accadere. In questo conflitto nessuno deve dimenticarsi dell’Iran e del parrò di mutua assistenza militare che ha con la Siria. L’Iran farà di tutto per mantenere Al Assad alla guida di tutta la Siria e fino a che punto il regime di Theran vorrà alzare la posta è la vera incognita di questa fase della guerra civile in Siria.
Ogni attore principale nella partita siriana conosce i propri obiettivi e li persegue con decisione, tutti, la Russia, la Cina, la Turchia, l’Iran, tutti tranne uno: gli Stati Uniti di Barack Obama.