Assad : la Siria è di fatto in stato di guerra
Il presidente siriano Assad, ha presieduto nella serata di ieri la prima riunione del nuovo governo da lui nominato alcuni giorni fa, dopo aver elogiato la fedeltà dei membri del governo e delle forze armate il presidente rivolgendosi al nuovo primo ministro ha affermato che la Siria si trova in stato di guerra e tutti gli apparati dello stato devono agire in modo coordinato e determinato così da rispondere efficacemente alla grave crisi in cui il paese è coinvolto. Assad quando parla di stato di guerra non si riferisce alla guerra civile che stà insanguinando il paese, ma sta parlando di una guerra tra entità nazionali, plausibilmente si riferisce ad uno stato di guerra con la Turchia. Uno stato di guerra che è palese vedendo le modalità di abbattimento del caccia F-4E colpito dalla contraerea siriana venerdì scorso, e ribadito dal messaggio al parlamento del primo ministro turco Erdogan. In una situazione simile, dove tutte e due le parti hanno autorizzato le proprie forze armate all’uso della forza nei confronti del vicino, basta una piccola scintilla per innescare un conflitto regionale la cui evoluzione porterebbe nel giro di poche ore all’utilizzo di tutto il potenziale bellico in possesso dei due stati. Potenziale bellico che comprende da parte siriana armi di tipo strategico, come i missili Scud B/C/D alcuni dei quali sono armati con testate chimiche e che potrebbero essere utilizzate come extrema ratio nel caso si profili una sconfitta militare talmente vasta da compromettere l’integrità territoriale di quella parte di paese che possiamo identificare con ciò che era durante la dominazione francese lo “stato Alawita” oggi caposaldo strategico della Russia nel mediterraneo e porto sicuro per Assad ed i componenti del regime nel caso in cui anche a Damasco scoppiasse la rivolta e il presidente dovesse con poco preavviso decollare con il suo elicottero e lasciare la capitale.